Lumina lumina luminare, l’è la sera di Carnevale
–
Grano grano non carbonchiare, siam venuti a luminare¹
–

La notte di Carnevale, in alcune campagne intorno a Firenze, aveva luogo un antico rito propiziatorio durante il quale contadine e contadini vegliavano e illuminavano i campi di grano intonando il canto “della lumina” o “del lume al grano”¹: una nenia corale di origini pagane che augurava alle piante di grano una crescita sana e forte e che scacciava la sciagura del carbonchio.
Il canto, recuperato dall’artista sonora Agnese Banti dal repertorio dei Maggiaioli di Barberino di Mugello a cui è legata per tradizione familiare, incontra lo studio sul linguaggio luminoso del sound designer e programmatore Andrea Trona. La composizione sonora, con la voce di Agnese Banti, e la composizione visiva, realizzata a partire da un dispositivo luminoso progettato da Andrea Trona insieme al sound designer Francesco Vogli, sono il risultato di una collaborazione che intreccia le ricerche dellə due artistə su suono, spazio, voce e luce. Il progetto rievoca questa antica pratica rituale in una visione intima e inedita.

_
¹ Il brano compare nel libro di Ivo Guasti/Franco Manescalchi “Lumina: memorie, massime e canti popolari dal mondo contadino toscano” (Firenze 1984) e fa parte del repertorio dei Maggiaioli di Barberino di Mugello, presente nel libro “…V’ENTRASSE LA VORPE NI’ POLLAIO…” e nel disco “Dopo Barischi…” (2004) con il titolo “Grano grano”. Con un testo e una melodia diversi appare in “TOSCANA. BENVENUTO ‘UN T’ASPETTAVO! Pasqualina Ronconi: canterina, pastora, mezzadra e casalinga nella Valle del Sasso” (2009) con il titolo “Formula di’ lume a i’ grano” a cura di Filippo Marranci / Centro di Ricerca e Documentazione sulla Cultura Orale dell’Associazione Culturale “La Leggera”.